Da agenzia di stampa Dire del 27.01.2024 ore 11.50.
“Prometto che per un po’ non vi annoierò più con le vicende della Democrazia cristiana, se non per riferire le tappe del tour elettorale che mi accingo a fare nelle due regioni chiamate al voto, prima Sardegna e poi Abruzzo”. Lo scrive su Facebook Gianfranco Rotondi, presidente della Dc con Rotondi, che spiega: “Nell’ultimo mese abbiamo assistito a una escalation dell’andazzo ormai trentennale di rivendicazione di nome e simbolo della Dc da parte di presunti soci resilienti e non rassegnati allo scioglimento. Ovviamente ciascun gruppo di indomiti ha costituito una propria associazione di fatto, e ciascuna si professa continuatrice della gloriosa Dc. Come tutti i democristiani, anche i rifondatori si sono fatti in quattro, nel senso che hanno consumato due scissioni per ciascuno, e nelle cronache oggi si contano ben quattro segretari democristiani: Cuffaro, Cirillo, Luciani, e De Simoni, senza contare l’ormai storico Angelo Sandri da Udine, autore di decine di ricorsi tutti finiti in un amen. A tutto ciò ero abituato: utilizzo il nome della Dc con legittima autorizzazione dei rappresentanti legali dello storico partito, e sono uscito vincente da tutti i giudizi intentati per anni dai rifondatori vari”.
Poi: “Ora è il turno della Dc di Cuffaro, che mi intenta causa nientemeno che ad Avellino, peccato che non ci siano più Bianco e De Mita, sennò ci sarebbe scappata la rimpatriata sempre vagheggiata e ahimè troppo a lungo rinviata (e a cui il simpatico Totò era invitato). L’ultima novità viene da Baiardo, sissignori il ‘non pentito di mafia’, l’amico dei Graviano: annuncia pure lui una discesa in campo, in nome della Dc, quella di Sandri, pare, ma fa niente, l’essenziale è che vada in giro lo scudo crociato associato al distinto signore dal curriculum appena descritto. Non sono dietrologo né complottista, ma ce ne avanza per dire che queste cose non avvengono a caso, né separatamente l’una dall’altra”.
Secondo Rotondi “esiste una regia per squalificare l’immagine della Democrazia cristiana, per renderla inguardabile e inutilizzabile. È inutile chiedersi tutto ciò da dove venga: non lo sapremo mai, e forse per la salute è bene che continuiamo a non saperlo. Per quanto mi riguarda, ho scelto di adottare un nuovo simbolo, la balena bianca, evocativo dell’idea democristiana, ma distante dalla mattanza che si preannuncia sanguinosa, speriamo solo metaforicamente. Avanti tutta con la Balena, e per riguardo alle lettrici non concludo con la formula augurale di rito che si associa alla balena, in particolare a una certa sua parte”.