Il cristiano entra in politica se avverte che la somma delle sue opere buone è inferiore al bene che il signore domanda al suo impegno: la politica è la carità in un solo gesto, perciò ne è la forma più esigente.

Non è obbligatorio che i cristiani diano vita a un loro partito ma non è neppure vietato. Ci sono cristiani in tutti i partiti ma c’è una sola politica di ispirazione cristiana, quella dei partiti democristiani. La Democrazia Cristiana esiste in tutto il mondo, dunque essa non è stata un episodio italiano causato dal Muro di Berlino tant’è che in Germania, a tanti anni dalla caduta del Muro vive da protagonista un partito democristiano.

La Democrazia Cristiana è una grande idea della storia. Le grandi idee evolvono, si adeguano ai tempi. Non muoiono mai.

In Italia la DC è stata sciolta con la nascita del partito Popolare il 18 gennaio 1994. Invero l’attività della DC è stata sospesa ma la sua vita è proseguita al punto da permettere in pienezza di diritti l’odierno gesto di un nuovo cominciamento, volutamente il 18 gennaio.

Trent’anni fa Mino Martinazzoli rivolgeva un appello “a quanti hanno passione civile”. Lo rinnoviamo oggi correggendo quello che per oi fu l’errore: non bisognava sciogliere bensì rinnovare e rilanciare la Democrazia Cristiana. Non mettiamo tra parentesi questi trent’anni: sono stati il trentennio dei cespugli, delle divisioni. Molti in questi anni si sono illusi di riunire i democristiani: nessuno ci è riuscito. Noi non ci proveremo neppure. Questo manifesto precisa solo un tempo e un luogo in cui la DC si rinnova senza mascherarsi: rispettiamo i democristiani impegnati sotto altre sigle ma noi riprendiamo a far politica con la nostra identità. Siamo democratici cristiani.

Questa DC non è uguale a quella che Mino Martinazzoli sciolse. Nemmeno quella DC sarebbe oggi la stessa se il suo cammino non fosse stato interrotto. Oggi la DC non è più il partito-Stato e nemmeno il centro del sistema: per la DC è il tempo della identità.

La Democrazia Cristiana è il partito della speranza dei poveri. È un partito diverso da tutti gli altri: non promette di garantire gli interessi dei suoi elettori ma tutela e promuove i bisogni degli ultimi, dà voce a chi non ha voce. La DC non è più il centro che tutto media ma un partito di programma con pochi obiettivi, che sono l’anima della sua azione politica.

La DC promuove la PACE sapendo che essa si costruisce e si rafforza nel dialogo tra i popoli quando la pace non c’è, non certo quando la guerra lascia solo la scelta tra aggredito e aggressore; la DC combatte la FAME nel mondo chiedendo ai governi nazionali e regionali un impegno assoluto e prioritario contro questo scandalo dell’umanità mettendo in mora la falsa carità di chi vorrebbe versare l’umanità nel “mare nostrum” invece di affrontare politicamente tale tragedia: la DC riconosce nella nuova Italia federale ma pone con forza una questione del diritto a una SANITÀ uguale per tutti i cittadini; la DC difende la IMPRESA in una concezione sociale volta senza mediazione statale alla condivisione del sistema produttivo da parte dei lavoratori; la DC difende la FAMIGLIA, quella accogliente che condivide affetti e doni coi più deboli, gli anziani, gli handicappati, gli ammalati, le nuove povertà e le nuove solitudini.

La DC rispetta gli insegnamenti della Chiesa ma nella sfera legislativa e amministrativa pratica una laica libertà di indirizzo politico e si impegna a tutelare i diritti di libertà dei cittadini a prescindere dalla fede religiosa e politica: la DC non propone leggi che diano l’obbligo della virtù ai peccatori ma solo la certezza e parità di diritti ai cittadini e in tal senso si sente il più laico dei partiti politici.

Questo manifesto ricorda principi, non assume ancora programmi. I programmi sono la vita stessa di un partito, e la vita della DC ricomincia oggi con questo appello umile e orgoglioso a quanti hanno passione civile.

Roma, 18 gennaio 2024 Gianfranco Rotondi